Lui & Lei
Gabriel e Willow
di LadyAA
23.09.2024 |
3.202 |
19
"Gabriel la leccò avidamente, succhiando il suo clitoride gonfio..."
Gabriel non poteva credere di essersi fatto fregare in quel modo. Quando aveva accettato di accompagnare la figliastra al campeggio, non immaginava di dover viaggiare per oltre 100 miglia in compagnia di una ragazzina tanto maleducata quanto stronza. Non ci aveva messo molto, già da quando aveva cominciato ad uscire con la madre, a fargli capire che lo trovava un povero nerd, per nulla attraente e del tutto insignificante. Non che gli importasse cosa diceva una ragazzina, ma in quel momento gli stavano girando le palle, e non poco. Nonostante le avesse detto infinite volte di non appoggiare le scarpe sul cruscotto, quella vipera non faceva altro che lasciare segni scuri sul rivestimento, fino ad allora immacolato. Detestava che qualcuno gli sporcasse la macchina e lei stava decisamente esagerando. La guardò con la coda dell’occhio. Era intenta a scrivere freneticamente sul display del cellulare e a fare risatine che lo stavano irritando oltre misura.“Potresti smetterla di ridacchiare? Mi stai innervosendo,” le disse non riuscendo più a trattenersi.
Lei lo guardò come se fosse stato un insetto fastidioso e tornò a concentrarsi sul suo telefono senza battere ciglio.
Gabriel le lanciò un'occhiata severa, stringendo la mascella. "Ti ho chiesto di smetterla," disse con tono più duro.
La ragazza alzò gli occhi al cielo. "Non rompere," rispose seccata. "Fatti gli affari tuoi e guida."
Quella fu la goccia che fece traboccare il vaso. Gabriel sterzò bruscamente, imboccando una stradina sterrata che si inoltrava nel bosco. Dopo pochi metri, fermò l'auto in una piccola radura con uno stridio di freni.
"Che diavolo stai facendo?" chiese lei allarmata.
Gabriel spense il motore e si voltò verso di lei con uno sguardo intenso. "Penso sia ora di darti una lezione di rispetto,” le disse serio. Allungò una mano verso di lei, afferrandole il polso con forza. Willow cercò di divincolarsi, ma la sua presa era salda.
"Lasciami andare, idiota!" gridò lei, il panico che iniziava a farsi strada nella sua voce.
"Non finché non avrai imparato a comportarti," rispose lui con voce bassa e minacciosa.
Con un movimento rapido, le strappò il telefono dalle mani e lo gettò sul sedile posteriore. Lei provò a raggiungerlo, ma Gabriel la trattenne.
"Adesso mi ascolterai," disse lui, avvicinando il viso al suo. "Sono stanco del tuo atteggiamento. Ti ho offerto un passaggio e tu non fai altro che fare la stronza.”
La ragazza lo fissò incredula, un brivido le percorse la schiena. Per la prima volta da quando erano partiti, sembrò rendersi conto della situazione in cui si trovava: sola, in mezzo al nulla, con un uomo che adesso le appariva come uno sconosciuto.
"Andiamo, Gabriel, stavo solo scherzando," disse lei, cercando di sorridere e alleggerire la tensione. "Ripartiamo, dai. Mi dispiace per le scarpe sul cruscotto."
Ma Gabriel non sembrava intenzionato a muoversi. I suoi occhi, solitamente caldi e sorridenti, erano ora freddi come ghiaccio. "Troppo tardi per le scuse," mormorò.
"Gabriel, mi fai male! Lasciami andare!" gridò lei, il panico che cresceva nella sua voce.
Ma lui sembrava non sentirla. Con un movimento fluido lui l'afferrò per le spalle, spingendola contro il sedile. La ragazza gridò, cercando di divincolarsi, ma Gabriel era più forte. Le sue mani si strinsero intorno ai suoi polsi, immobilizzandola.
"Lasciami!" urlò lei, il panico che le faceva tremare la voce. "Sei impazzito?"
Gabriel avvicinò il viso al suo, così vicino che poteva sentire il suo respiro affannoso. "Ti ho dato troppe possibilità," sibilò. "Ora imparerai a rispettarmi."
Gabriel si avventò su di lei con foga, premendo le labbra contro le sue in un bacio appassionato e aggressivo. Le sue mani vagarono sul corpo della ragazza, accarezzandola con bramosia.
"Sei una piccola provocatrice," le sussurrò all'orecchio con voce roca. “E questo è quello che ti meriti.”
Le sue mani si insinuarono sotto la gonna, strappandole un gemito. Le dita esperte si insinuarono più a fondo, accarezzando la sua intimità attraverso il tessuto sottile delle mutandine. Lei inarcò la schiena, combattuta tra il desiderio di spingersi contro la sua mano e l'impulso di allontanarsi.
"Sei così bagnata per me, piccola puttana?" mormorò lui con un ghigno, intensificando le carezze. "La tua figa è in fiamme." Lei gemette forte quando lui spostò bruscamente l'intimo e affondò due dita dentro di lei.
"Vaffanculo," ansimò Willow, ma inarcò i fianchi verso il suo tocco. Il piacere la travolse come un'onda, facendole dimenticare ogni resistenza.
Con un gesto improvviso, Gabriel le strappò via le mutandine. Lei sussultò, eccitata dalla sua foga.
Le sue dita esplorarono la fessura umida, facendola gemere di piacere. "Sei così calda," mormorò con voce roca. "Ho voglia di sentire la tua figa stretta intorno al mio cazzo duro. E tu non vedi l'ora di prenderlo, vero troietta?"
Lui sorrise maliziosamente nel vederla titubante. "Ma prima voglio assaggiarti."
Si chinò tra le sue gambe e affondò la lingua nella sua figa pulsante. Lei gridò di piacere, afferrandogli i capelli. Gabriel la leccò avidamente, succhiando il suo clitoride gonfio. Continuò a leccarla con foga, facendola contorcere dal piacere. Le sue dita si unirono alla lingua, penetrandola in profondità mentre il pollice le stimolava ininterrottamente il clitoride.
Willow gemeva sempre più forte, il corpo scosso da brividi di estasi. "Oh cazzo, sì!" urlò. "Non fermarti!"
Lui raddoppiò gli sforzi, succhiando e leccando con ancora più intensità.
"Stò per venire!" gridò lei, stringendo le cosce intorno alla sua testa e raggiunse l'orgasmo con un grido acuto, inarcando la schiena. Gabriel non si fermò, prolungando il suo piacere finché lei non lo supplicò di smettere, troppo sensibile.
Gabriel ghignò, estraendo le dita. "Che puttana affamata che sei," Con gesti frenetici, si slacciò i pantaloni e liberò la sua erezione pulsante.
Lei lo guardò con occhi velati di apprensione. “Dio santo, sei enorme.”
“Non preoccuparti, vedrai che pian piano entrerà tutto.” Sfregò la cappella contro la sua fessura bagnata. "Vuoi essere scopata come una troia?"
"Sì!" gemette lei. "Scopami forte! Ho bisogno di sentire il tuo cazzo dentro di me."
Lo sguardo di Gabriel era carico di lussuria mentre si posizionava tra le gambe di lei. Sfregò nuovamente la punta del suo membro eretto lungo la sua figa bagnata, facendola gemere di anticipazione.
"Ti voglio dentro, adesso" sussurrò lei con voce roca.
Gabriel scoppiò a ridere, l’afferrò saldamente per i fianchi e con una spinta potente affondò dentro di lei fino in fondo, strappandole un grido di piacere. "Cazzo, sei così stretta," ringhiò, poi iniziò a muoversi lentamente, assaporando ogni sensazione. Lei avvolse le gambe intorno ai suoi fianchi, spingendolo ancora più in profondità. Gabriel aumentò il ritmo, i suoi colpi divennero più forti e veloci. Il suono dei loro corpi che si scontravano riempiva l’abitacolo.
"Ti piace sentire la mia cappella che ti riempie?" le chiese leccandole il collo.
"Oh dio sì," gridò lei. "Più forte, sfondami la figa!"
Gabriel aumentò il ritmo, spingendosi dentro di lei con forza sempre maggiore. Le sue mani le stringevano i fianchi così forte da lasciarle i segni. "Sei proprio una piccola troia insaziabile," ringhiò. "Guarda come ti contorci sotto di me."
Lei avvolse le gambe attorno alla sua vita, attirandolo ancora più vicino. "Più forte," supplicò. "Voglio sentirti tutto dentro."
Con un grugnito animalesco, Gabriel si spinse in lei con tutta la sua forza. "È questo che vuoi, puttanella?” ringhiò nel suo orecchio. "Guardati, prendi tutto il mio cazzo come una vera troia."
Lei gemeva senza controllo, sopraffatta dal piacere.
Gabriel aumentò la velocità e la forza delle sue spinte, sbattendo contro di lei con ferocia. "Ti piace essere trattata come una puttana, eh?" le chiese.
Lei gli rispose leccandogli la bocca per poi succhiargli lingua come se stesse facendo un pompino.
"Brava così," ansimò. “Sei piccola ma ci sai davvero fare.”
“Anche tu non sei male” gli rispose sorridendo maliziosa.
"Voglio sentirti urlare," ringhiò. "Urla per me, troia!"
Willow obbedì, gridando di piacere ad ogni spinta. Sentiva il suo corpo bruciare di desiderio.
“Da oggi in poi sarai la mia puttana,” ringhiò affondando il cazzo ancora più a fondo nella sua figa bagnata. "Dimmi quanto ti piace, troia."
"Oh sì, tanto, tanto,” gridò lei, alzando i fianchi per incontrare le sue spinte.
Gabriel sentì l'orgasmo avvicinarsi rapidamente, quindi le afferrò i capelli, tirandole la testa all'indietro. "Ti riempirò di sborra," ansimò. "Ma prima voglio che mi succhi il cazzo," e dopo essersi riaccomodato al posto di guida, le spinse il cazzo in bocca. "Succhialo, troia," ringhiò. "Fammi vedere quanto riesci ad ingoiarne."
Willow gemette di piacere intorno al suo membro, prendendolo a fondo in gola. La sua lingua vorticava intorno alla cappella pulsante mentre succhiava avidamente.
"Cazzo, che brava puttana che sei," ansimò, spingendosi sempre più a fondo. "Ti piace avere la bocca piena del mio uccello, vero?"
"Mmmh," mugolò Willow in segno di assenso, leccando la cappella gonfia. Rilassò la gola, permettendogli di penetrarla completamente. Le lacrime le rigavano le guance mentre Gabriel aumentava il ritmo, scopandole la bocca con foga.
"Guarda come divori il mio cazzo, puttanella affamata. Sei una gran succhiacazzi."
Dopo qualche minuto, Gabriel la tirò via bruscamente e la girò di nuovo, inchiodandola con il suo corpo al sedile del passeggero.
"Sei la mia piccola troia," ringhiò, entrando in lei con una sola, possente spinta. "Dillo!"
"Sì, sono la tua troia!" gemette Willow, il corpo scosso da continue ondate di piacere, mentre Gabriel le allargava inesorabilmente la figa. Lui accelerò il ritmo, sbattendole contro con foga crescente. Ad ogni spinta, il suo cazzo affondava più in profondità.
"Ti metterò incinta come una cagna in calore," ansimò con voce roca. "La mia sborra ti gonfierà il pancino." Le diede uno schiaffo sul culo. "Ti eccita quando ti parlo così?"
"Oh dio, sì!" sospirò lei. "Insultami ancora, ti prego!"
"Cazzo se mi fai impazzire, puttana. Sei proprio la troia fatta per me."
Willow gemette forte, contraendosi intorno al suo cazzo pulsante. "Fammi diventare la tua puttanella gravida!" supplicò. Gemeva e si contorceva sotto di lui, le unghie che gli graffiavano la schiena. "Sì, riempimi, dai, dai! Voglio sentire la tua sborra calda dentro di me!"
Gabriel la penetrò ancora più a fondo, i suoi testicoli che sbattevano contro di lei ad ogni spinta. "Prendilo tutto, troietta insaziabile," ringhiò. "Ti scoperò finché non potrai più camminare."
"Sì, sì, così, non fermarti, sfondami la figa!" urlò lei, inarcando la schiena. "Fammi urlare.”
Lui le diede uno schiaffo sul sedere, lasciando un'impronta rossa. "Ti piace essere usata come un buco da sborra, vero puttanella?"
"Oh dio sì, sono proprio una puttana!" gemette lei.
Gabriel le spingeva ritmicamente il cazzo dentro, facendola contorcere e gemere senza controllo. Il piacere era quasi insopportabile.
"Sto per venire," ansimò. "Ti prego, fammi venire, fottimi più forte, così dai.”
"Ti riempirò di sborra fino a farti traboccare."
"Sì, sì!" gridò lei in estasi. "Riempimi tutta!"
"Prenderai tutto il mio sperma, porca," ringhiò Gabriel, aumentando ancora il ritmo delle spinte. "Ti riempirò così tanto che colerai tutta."
"Sì, sììì!" urlò lei in preda all'estasi. "Sborrami dentro!"
Gabriel la afferrò per il collo, stringendo leggermente. "Adori essere trattata come una volgare cagna, eh?" ansimò con voce roca. "Dimmi quanto ti piace, troia!"
"Mi piace da morire!" gridò lei con voce strozzata. "Usami come vuoi, sono la tua puttana!"
Gabriel aumentò il ritmo, spingendosi ancora più a fondo. "Sei una troietta così piccola e stretta eppure ne vuoi ancora," ringhiò. "Mi fai venire voglia di farti scopare con quel coglioncello del tuo ragazzo e guardarti godere come la puttanella che sei."
Willow gemette forte a quelle parole, sentendo ondate di piacere attraversarle il corpo.
“Voglio osservarlo riempirti di sperma e guardarti mentre cola fuori."
"Sì, sì!" urlò. "Farò tutto ciò che vuoi, ma adesso fammi venire.”
Lui sorrise maliziosamente e rallentò le spinte, portando il viso vicino al suo. "Apri la boccuccia da troia," ordinò con voce roca. Lei obbedì prontamente, spalancando le labbra, la lingua fuori, in attesa come una cagnolina affamata. Lui raccolse la saliva e le sputò direttamente in bocca con disprezzo. "Bevi, puttana."
Lei deglutì avidamente, leccandosi le labbra. "Ancora," supplicò con occhi febbrili. Gabriel rise e le sputò di nuovo in bocca, più copiosamente. Lei ingoiò tutto con avidità, gemendo di piacere.
"Che schifo che fai," ringhiò lui, riprendendo a penetrarla con violenza e aumentando la velocità delle spinte. "Ti piace bere la mia saliva mentre ti scopo, vero?"
Lei annuì. "Mi fa sentire così sporca e usata."
"Che piccola puttana depravata," ringhiò lui, poi le prese le labbra in un bacio appassionato, succhiando avidamente la sua lingua mentre continuava a spingersi dentro di lei con foga animalesca. I loro corpi si muovevano all'unisono in un ritmo frenetico e selvaggio. Willow sentiva ogni nervo del suo corpo vibrare di piacere sotto l'assalto di quelle spinte potenti e inarrestabili. Gabriel la penetrava con tale ferocia da farla sussultare ad ogni affondo. Affondò le unghie nella schiena di Gabriel, lasciando segni rossi sulla sua pelle.
"Ci sono quasi..." ansimò lui tra i denti serrati.
Willow sentì il suo corpo tendersi, sull'orlo dell'estasi. "Anch'io," gemette. "Vienimi dentro, ti supplico!"
"Ti sto per riempire, puttana."
"Sì, ti prego!" supplicò ancora Willow, aggrappandosi a lui per mantenere il ritmo.
Con un ultimo affondo profondo, Gabriel raggiunse l'apice e le sborrò nella figa bollente. Willow sentì lo sperma schizzarle dentro ed entrambi furono scossi da brividi di piacere.
“La prossima volta ti prenderò da dietro,” le disse dopo aver ripreso a respirare normalmente, e Willow non vedeva l’ora che accadesse. Il marito di sua madre non era poi così male come pensava.
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Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
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